Una serata nella
quale si è raccontata una teoria ideale, un mondo di buone intenzioni lontano
però dalla realtà che molti besanesi sono costretti a vivere ogni giorno. Una
serata a tratti offensiva verso chi si accorge dell'incolmabile discrasia tra
le parole dei difensori dell'accoglienza a tutti i costi e chi si pone dubbi su
quanto sta accadendo nei nostri paesi semplicemente osservando quanto realmente
succede.
Qualche esempio:
si è detto che le cooperative non ci guadagnano. Ma allora perché è nata la
cooperativa Ubuntu che gestisce 39 immigrati a Besana? Il titolare di trattoria
mercato che gestisce 150 richiedenti asilo a Monza ha chiaramente dichiarato
che lo fa per soldi. Qui trovate il video dell'intervista dell'imprenditore, il cui sistema ha dato vita anche ad Ubuntu.
Ma non solo Ubuntu. Il bilancio
della cooperativa Aeris che cerca di distinguersi come reale operatrice sociale, è cresciuto del 40% nel 2015 passando da 3.800.000€ a 5.200.000€ registrando una crescita inimmaginabile nello stesso periodo per qualsiasi azienda.
Si è detto che
il margine per le cooperative è stretto. La cooperativa Aeris manda l'Esselunga
a casa agli immigrati pur avendo di fronte MD discount. Tutti noi conosciamo la
differenza di prezzi tra i due supermercati.... Anche questo misura però la distanza con la quale vengono gestiti gli immigrati a Besana.
È stato detto di
considerare le difficoltà di ambientazione per chi ha un passato drammatico. A
Besana tra festini, rumori notturni e presenza frequente di ospiti pare si
siano ambientati benissimo senza traumi. E ai residenti che hanno tentato di spiegare loro semplici regole di convivenza civile come il conferimento dell'umido è stato risposto perfino: "razzista".
È stata proiettata
l'affermazione che vengono evitati insediamenti numerosi. In via Moneta in un
solo complesso ci sono più di 40 immigrati.
E' stato proiettato che questo tipo di inserimento facilita l'integrazione nel contesto sociale. A Besana dopo i primi tentativi di coinviolgimento ogni attività "è andata scemando dopo poche settimane" come certificato dai servizi sociali.
È stato anche
proposto di andare dai migranti a conoscerli e chiedere loro come si trovano.
Peccato che nessuna, nessuna parola sia stata spesa per i besanesi che vivono
"l'accoglienza" loro malgrado nei loro condomini, nei loro
pianerottoli. Nessuno è andato a chiedere loro come stanno e cosa significa
subire tutto questo non in teoria ma nella realtà.
Infine l'aspetto
peggiore. Chi tra il pubblico (in cui tra consiglieri, militanti e sostenitori
la sinistra besanese era ampiamente maggioritaria) ha osato muovere qualche
critica è stato oggetto dell'arroganza e dello scherno del moderatore. Perchè il pensiero di fondo ritorna sempre all'accusa che chi non la pensa come i paladini dell'integrazione è un povero ignorante e razzista, anche se i paladini dell'integrazione non accolgono, non ospitano (pur avendo appartamenti vuoti) per lo più ci guadagnano economicamente e politcamente e scaricano tutti gli oneri di un sistema che non è organizzato e infine non integra ne accoglie, su cittadini inermi, abbandonati a loro stessi e accusati di razzismo non appena cercano anche solo di lamentare una situazione inaccettabile come quella di via Moneta.
Emanuele Pozzoli