martedì 20 dicembre 2016

Non certo una vittoria per Besana.

Lo stop all’invio di richiedenti asilo in via Moneta arriva solo dopo che i residenti hanno alzato la voce, perché altrimenti nessuno li avrebbe ascoltati.

E questo stop non è certo una vittoria per due motivi. Per prima cosa non migliora le condizioni di convivenza in via Moneta , già difficili con otto immigrati, ancora più complesse ora con 47, sarebbe quindi necessaria una riduzione di numero. In secondo luogo perché si chiarisce che non verranno più inviati in via Moneta ma non nelle altre zone e frazioni di Besana, correndo il rischio di creare altri focolai di difficile convivenza.

Rimane ancora da riflettere e lavorare su come l’amministrazione comunale non stia gestendo questo problema, con un sindaco che non dialoga e non ascolta se non soltanto quando riceve oltre 250 firme di besanesi stanchi di essere abbandonati a loro stessi. E soltanto allora ottiene dal Prefetto lo stop ad ulteriori arrivi in via Moneta chiudendo lo stabiello quando ormai il porcello è più che scappato.

Dimostrando però che, contrariamente a quanto detto finora, un sindaco può e deve intervenire. Può e deve ottenere per il proprio paese condizioni migliori senza che sia considerato solo come confine della provincia monzese.

Invece abbiamo un sindaco solo pronto ad apparire sui giornali come se avesse ottenuto chissà quali risultati con il Prefetto. E’ bene che si sappia che sono stati i residenti di via Moneta a chiedere esplicitamente un incontro con il Prefetto. Intanto il sindaco e i suoi collaboratori sono disposti a piegare a loro uso e consumo strumentale e interesse politico ogni risorsa che Besana offre, civile e non.

 

Emanuele Pozzoli