Al Sindaco e ai vertici della Giunta comunale è stato
contestato dalla corte dei conti il pagamento della piscina mai realizzata nel
2014. Un conto di 400.000€ che finora hanno pagato i besanesi con un aumento
straordinario dell’IRPEF. Ad oggi un debito pagato da tutti per l’incapacità di
pochi. Dopo tre sentenze del TAR e una del Consiglio di Stato che riconoscono
il danno causato alle aziende che dovevano realizzare la piscina per la colpa
grave ai limiti della mala fede dell’amministrazione comunale, ora si celebrerà
molto probabilmente l’ennesimo processo per una vicenda che ha sempre visto la
Lega denunciare ciò che poi i tribunali hanno confermato. Ma quel che ci
interessa non è il passato ma il futuro del nostro comune.
Abbiamo presentato una mozione per chiedere che il comune
predisponga ogni azione (civile, amministrativa, contabile…) affinchè sia
tutelato l’interesse dell’intera comunità besanese ovvero recuperare
integralmente la somma di 400.000€ pagata per le negligenze e colpe di pochi acclarate
dalle sentenze definitive dei massimi organi della giustizia amministrativa.
La sinistra besanese si è opposta a questa richiesta.
Evidentemente ha maggiormente a cuore l’interesse di pochi (rimborsare al
comune il meno possibile) e non l’interesse dei besanesi.
Quella che è la richiesta più semplice e scontata (che un
Sindaco faccia l’interesse della propria comunità) si è rivelata una fonte di
imbarazzo senza precedenti perché i vertici dell’amministrazione comunale
devono al tempo stesso tutelare i propri legittimi interessi e quelli
altrettanto legittimi ma opposti del comune e di tutti noi.
Una vicenda che per convenienza loro viene derubricata e
ridotta ad attacchi personali, ma dopo 12 anni di pervicace e becera difesa di
scelte sbagliate costate ai besanesi 400.000 €. è giunta l’ora che si
riconoscano le responsabilità degli errori commessi. E gli errori a differenza
di quanto è stato sostenuto in consiglio comunale, sono stati commessi da
amministratori, tecnici, e non genericamente da un’entità astratta denominata
comune. I muri di villa Borella danni non ne hanno procurati. Chi stava seduto
su quei tavoli in consiglio comunale si. Le sentenze definitive (per i
saccenti, passate in giudicato) della giustizia amministrativa lo confermano.
Ora si tratta solo di attendere. Non possiamo pensare che tutto finisca come al
processo di Perugia, con delle vittime (besanesi) e nessun colpevole
(Amministratori e tecnici).
Ecco a cosa si chiedeva con la mozione: scongiurare un altro
caso Perugia
Ma fin quanto è accettabile che chi sbaglia non paghi mai? E
nemmeno chieda scusa?
Nel mezzo come sempre ci vanno i besanesi che ancora oggi
pagano per questa vicenda. Infatti è lecito chiedersi quanto il prossimo più
che probabile processo impedisca all’amministrazione comunale di lavorare
serenamente e di rapportarsi alla pari ad esempio col Prefetto per il problema
dei migranti (infatti Besana sta diventando l’hub del nord Brianza dei
richiedenti asilo) e per il problema dei furti.
Un gesto di buon senso e responsabilità permetterebbe agli
interessati di difendersi liberamente (come privati cittadini) e alla nostra
comunità di sciogliere ogni dubbio ogni equivoco ogni incertezza.
Temiamo invece che con la stessa pervicacia con cui sono
state fatte scelte sbagliate, seguite da difese sbagliate arriveremo ad un
punto in cui non sarà più possibile sfuggire dalle responsabilità ma tutta Besana
avrà perso altro tempo, altre occasioni, altri soldi.